mercoledì 21 settembre 2011
Rieccomi..qualche considerazione.
Riapro il blog dopo un paio d'anni, dopo aver concluso da poco il terzo anno di università. Molti studenti della mia età in questo momento preparano gli ultimi esami e iniziano a scrivere la tesi,insomma chiudono almeno la prima parte del loro ciclo di studi,e fra un altro paio d'anni avranno portato a termine anche la seconda. Io invece in quel momento dovrò ancora fare l'ultimo anno,se tutto va bene e secondo i programmi.. Insomma, si sa che questa strada è lunga,anzi lunghissima perchè dopo l'agognata laurea ci saranno altri anni ancora di studio:spesso quando dico quale facoltà faccio mi sento osservata con un leggero compatimento dallo studente "normale", abituato cioè all'idea di 5 anni di studio, non del doppio. Quando ho iniziato questa facoltà la mia grande paura era arrivare al terzo anno, l'anno in cui si entra in reparto a far tirocinio, e accorgermi di esser nel posto sbagliato, di non voler fare il medico. In realtà quest'idea mi ha davvero attraversato la mente, poco prima di iniziare la tanto attesa pratica in ospedale, ma appena ci ho messo piede, è sparita. Con grandissimo mio sollievo. Sarà stato anche l'esser capitata nel reparto in cui mi piacerebbe far la specializzazione, l'aver trovato quasi sempre medici e specializzandi gentili e disponibili, l'idea del poter finalmente fare e osservare qualcosa con un minimo di consapevolezza. Ma probabilmente gran parte del merito è dovuto all'esperienza di interagire con chi non sta bene,o a volte soffre anche parecchio,e vedere che istintivamente si fida di te, anche se sorridendo gli spieghi che nonostante il camice la strada per diventare dottore è ancora lunga. E questo fa capire quanta sia la responsabilità di questo mestiere, la difficoltà, ma anche la bellezza. Frasi banali,da una parte : si sa che dà molta soddisfazione far star bene qualcuno(e peraltro ancora io non posso dire di averlo fatto,perchè ovviamente non sono in grado),ma probabilmente una parte dei 220 ragazzi che ogni anno riescono a passar il test arriva a questo punto e solo allora si rende conto che non gli piace tanto interagire con i pazienti. Certo, ci sono tanti modi di fare il medico, ma questo mestiere perde un pò del suo valore se non ci piace guardare negli occhi le persone quando gli chiediamo perchè sono in ospedale,se in quel momento sentono dolore, e tante altre cose nel fare un'anamnesi ancora incerta o un esame obiettivo sotto l'occhio incoraggiante dello specializzando. Parlando con un amico che mi dice che l'esame di semeiotica è quello fatto meno volentieri finora, non riesco a nascondere un certo stupore, io che per prepararlo ho passato in ospedale volentieri anche la domenica pomeriggio! Questione di "gusti", diciamo, sicuramente lui sarà un ottimo medico di laboratorio. Io no, non credo. Almeno di questo adesso sono abbastanza certa. E visto l'ottimismo con cui mi ritrovo a iniziare il quarto anno speriamo di non maledire troppo i libri da studiare, fra una settimana..
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